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Capitolo VIII .
F ig. 136. - Ca rlo Giovarmi
~Iaria
Doniua ,
Si spiega così come due fra i più grandi spiriti del tempo che
fu suo o di poco post eriore lo esaltassero : il Foscolo nei
Sepolcri
e
Giacomo Leopardi nella
Canzone .
ad Angelo Mai; così si spiega che
il poeta massimo dei
nostri giorn i, Giosuè
Carducci, nella gio–
vin ezza torrn entosa
ne sentisse il pot ente
benefico influsso .
Piemontese di Con–
damina, in quel di
Nizza,fu G. Carlo Pas–
seroni, ottim o prete,
: che nelle 11097 ottave
del suo
Ci cerone
sep–
pe, nelle innumer e–
voli digr essioni , sati–
reggiar e con ar guta
i
bonarietà i difetti del
tempo ed effondervi
il suo sentimento di
fratellanza e di car ità
cristiana.
Cessavano così le
lett ere di essere uno
. svago e un passatem–
po di cervelli oziosi
e divenivano mezzo
di educazione civile e
di propaganda patriottica. Al quale intento cooperavano Carlo Denina
(fig. 136), con le sue evocazioni stor iche, e Giovan Francesco Galeani
Napione (fig. 137), ravvivando tra le genti subalpine il culto della
lingua d'Italia.
Fiorivano an cora in Piemonte a somiglianza degli altri pae si
d'Italia le inutili Accad emie sullo stampo d'Arcad ia (1) ; ma accanto a
qu este si coltivavano gl i studi severi e acquistavano bella rinomanza
(1) Torino aveva qu ella degli
Uni ti .
degli
Incolti,
degli
El etti,
dei
Candi dati .
dei
So linghi ;
Ch ier i quella degli
I rrequieti ;
Asti dei
Gladiatori ;
Bra degli
Inno–
minati;
Vercelli degli
Insipidi.
ecc.