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Capitolo VIIl.
Doloroso a dire come gli 'esempla ri di quel periodo d'arte, veramente
insigne , si trovino quasi tutti fuori d'Italia nelle collezioni straniere;
dov~
sono molto pregiati e ammirati.
Nell'arte della stampa fiorì
il
Bodoni
(1740-1813),
gius tamente
chiamato
il
re dei tipografi,
il
tipografo dei R e,
il rappresentante
dell'arte pura, dell'arte classica, che toccò con le sue edizioni di clas–
sici italiani, latini e greci, insuperabili alt ezze (fig.
143):
Fi g . 140. - Sce ne e costumi torinesi.
(Quadro nel Museo d'Arte modern a).
P er lui
il
libro acqui sta valore d'arte, all'infuori di ogni suo con–
.lenut o :
la perfezione dei caratteri, l'armonica disposizione delle linee ,
degli spazi e dei margini , la sobrietà delle decorazioni 'e dei fron- '
tispizi , spirano un senso delicatissimo di bellezza e di poesia.
Torino, nel secolo glorioso del melodramma e dell'opera buffa
. non ebbe compositori di grande fama ; ma detle i natali a tre violi–
nisti: il Viotti, il Pasquali, il Giardini, che ris cossero plausi e zecchini
pr esso i pubblici di tutta Europa.
Mentre le scienze economiche e giuridiche, per opera di Antonio
Genovesi, di Ferdinando Galiani, di Pi etro Verri, di Cesare Beccaria,
di Gaetano Filangeri, di Sallustio Bandini, fiorivano in Italia, prepa-
. rando
con lo studio profondo del diritto e dell e leggi della pubblica
ricchezza, il risorgimento economico, morale e politico del nostro paese,
il Piemonte non rimaneva estraneo a qu est.o movimento, anzi vi par–
tecipò
con l'attivit.à e l'acume dei suoi migliori.