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Capitolo VIII. - La vita e

il

costume torinese sul cadere del secolo

XVIII

zioni comunali s'era fatto il tipografo e professore Giovanni Ranza

in Vercelli , il qu ale si fece denunziatore al Governo dei soprusi dei

nobili, con petizioni sorre tte dalla pubblica opinione, obbligando in

tal modo

il

Governo a intervenire direttamente, onde

.i

patrizi smess o

l'antico disprezzo per le class i inferio ri sentirono che per mantener si

j n credito bisognava mostrarsi meritevoli della pubblica stima.

Quello che avveni va in Pi emonte, accad eva anche in Savoia.

Anche qui scomparsa l'an tica obb edi enza dei S.avoiardi al Re e al

Governo ; anche qui rugg ine costante tr a gli ufficiali e gli impiegati

. civili piemontesi ; anche qui spavaldi e brutali gli ufficiali ' cont ro i .

borghesi che si vendicavano con satire motteggiatrici ; anche qui

tumulti continui pr ovocati dalle rlotizie della vicina Francia e dal–

l'arrivo degli emigrati francesi. Di fronte alle quali condizioni

il

Go- '

.verno deliberò di rinforzare i pr esidii , specie alla frontiera, ' di

organizzare uno spionagg io segreto per scoprire coloro che macchi–

nassero novità e professassero idee repubblican e, di processare in

via sommaria gli agenti rivoluzionari, di respinger e a mano arm ata

qualunque moto popolare interno: divisam enti codesti che non

furono sempre seguiti dai fatti, mentre la cattiva politica estera 'con

le sue tergiver sazioni, con le sue provocazioni, con le sue sfide

inopportune, preparava la caduta della Monarchia e del Pi emonte.

sott o il dominio stra nier o.

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