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Capitolo IX.

vano le loro istituzioni, sorpassate ormai dalla coscienza, e non più

rispondenti ai bisogni dei popoli. Il Piemonte con la Savoia, l'alto

Novarese, Vigevano, Tortona e la Sardegna, raccolti sotto lo scettro

del re Vittorio Amedeo III, erano governati, come già dicemmo, in

conformità delle dottrine e delle tradizioni del potere assoluto e

perciò in opposizione alle idee de' tempi nuovi.

Stati minori erano: le Repubbliche di Lucca e di S. Marino; il

Principato di Monaco, retto dalla casa principesca dei Matignon;

Malta sotto i Cavalieri gerosolimitani; la Corsica, divenuta una pro–

vincia francese dall'anno 1768,quando la Repubblica di Genova,

l'aveva alla Francia, ceduta per danaro.

2. - I popoli, fu scritto, hanno i governi che si meritano, e l'Italia,

nei suoi governanti, rispecchiavasè stessa, o almeno la grande mag–

gioranza della sua popolazione, che rifuggiva dalle novità di ordine

politico come dai pericoli di avventure rischiose e compromettenti

il

vivere quieto e senza scosse.Cosicchè il movimento e il fremito delle

idee riformatrici, che furono cagione .della grand

è

conflagrazione

sociale, scoppiata in Francia, trovò in Piemonte riscontro soltanto

nell'animo di pochi generosi, che ne compresero bensì il valore, ma

non poterono derivarne sicuri vantaggi per

il

reggimento politico

. esistente, tutto devoto alle tradizioni del diritto divino.

Gli Stati Italiani,

che

avevano, per così dire, come il Piemonte,

dinastie o governi indigeni, furono i più restii ad accogliere le idee ·

riformatrici, laddove qualche novit à di natura democratica introdus–

sero le famiglie di recente istallate sui troni di Toscana, di Napoli

e di Parma, forse per rendersi bene accette a quelle popolazioni.

Avvenuto, nella guerra dei

Sette anni

(1756-63), il ravvicinamento

tra Francia e Austria, che durò poi quasi un quarto di secolo, la

Diplomazia piemontese, che pure aveva saputo destreggiarsi assai

bene fra gli opposti interessi di quelle due nazioni, si mostrò fiacca

e irresoluta.

Mentre in Francia maturava e stava per accadere

il

primo atto

del grande dramma, la Corte piemontese era, dai suoi uomini poli–

tici, incitata a orientarsi verso questa

O '

quella Potenza, dalla cui

. alleanza ravvisavano immediati successi. Alcuni, vedendo la crescente

autorità dell' Austria, consigliavano il Re di avvicinarsi alla Francia,

per impedire che l'Impero sollevasse pretese su quei territori lom–

bardi, che precedentemente erano' stati ceduti ai Savoia; .alt ri, per

raggiungere l'i stesso fine, contavano di stringersi .maggiormente al-