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Capit olo VIII:

F ig . 142. - Arazzo del Benum ont

fubbricato nell a

~lallifattllra

di To rino (Museo civico].

italica, che nel ' 184..'3 "doveva con tanta eloquenza e· calore di .fede

propugnare Vincenzo Giob erti; e se nza effetto rimanevano le co–

ra ggiose propo ste del piemontese Adalberto Radicati di Passerano,

pr ofugo in Inghill erra , sognante

un'Italia stretta di uno e governata

da un solo monarca,

e di Gius.Baretti.

Questi , da Londra,

saggia men te chie–

deva l' abolizione

della tortura e del

diritto d'a silo ,recla–

mava per gli scrit–

tori libertà di stam–

pa , cons igliava di

limitare le spese fa–

stose e inutili e di

porre un freno alle

vestizion i religiose,

Egli notava che

j .

frati avevano ra g–

giunt o in Pi emonte

il numero di 12.000;

e mentre l'opera

loro non fruttava un

soldo"allo Stato, oc–

correvano ben 4 mi-

o

lioni e mezzo per

mantenerli, frutto

del lavoro di agri–

coltori e di' operai:

n

Governo,

~osti­

nato nelle sue

vec-,

.,

sare bbe " andato avanti

chie dottrin e, non voleva riforme: il mondo

lo stesso.

Quando il padre Morando osò proporre che le troppo grasse pr e–

bend e e le pingui mense vescov ili, andassero in parte a beneficio pub–

bli co, fu avv ertito che se egli voleva espa t riare, il Re non avrebbe avuto

nulla in contrario. Nello s tesso modo veni va congedat o il sacerdote

Agostino Bono, val ente professore dell'Univer sità, per chè, in una Me–

moria intorno all 'origin e del pot er e sovrano, ne collocava la base nel