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Capitolo IX.

Ottennero infatti dall'Assemblea che si intimasse al tonte di Pro–

venza di rientrare in Francia entro due mesi, pena la perdita di ogni

diritto alla Reggenza; ottennero

il

sequestro dei beni dei Principi

del sangue emigrati e la messa in stato d'accusa di coloro che,

sospetti di fare opera ostile alla Nazione, non rientrassero iri Francia

col

10

di gennaio del

1792.

A istanza loro deliberava altresì l'As–

semblea che il Re invitasse gli Stati 'limitrofi a dar lo sfratto a quei

francesi che osavano congiurare contro la patria. e decretava la desti–

tuzione e altre pene a quei ' sacerdoti i quali, dentro il limite di otto

giorni, non avessero prestato giuramento di fedeltà alla nuova costi–

tuzione. Il Re approvò soltanto

il

decreto relativo al Conte di Provenza,

ma rifiutò di apporre la sua firma agli altri, con molto sdegno del–

l'Assemblea, che accolse con grandi acclamazioni le parole del depu–

tato Brissot.

,

«Un popolo

-...:

egli diceva '-

che ' dopo dieci secoli di schiavitù,

ha conquistato finalmente la libertà, ha bisogno di una guerra; ne ha

bisogno per rasnxilorare la libertà, per emanciparsi dai vizi del despo–

iismo, per espellere dal suo grembo gli uomini che potessero irarlo a

perdieione.i... I l'ibelli persistono nel loro spirito rivoltoso;

i

Principi

stranieri li vogliono soccorrere. Possiamo noi indugiare ad assalirli?

,

'

Il nostro onore,

il

nostro credito pubblico, la necessità di moralizzare,

di consolidare

il

nostro rivolgimento tutto insomma

ci

spinge a farlo».

E Isnard aggiungeva:

«

Un forte grido sar« emesso dal popolo

francese. Il suolo si

coprirà

di guerrieri, e tutti

i

nemici della

libertà

saranno cassati dalla lista degli uomini

»,

Gli oratori della Gironda, a dire

il

vero, immaginavano quella

guerra come una passeggiata trionfale dei

sans culottes

per tutta

Europa, alla quale, associandosi in pieno giubilo, tutti gli altri popoli ..

sarebbe seguita la caduta di ogni trono, la distruzione di ogni nemico

della libertà.

«

Rendiamo noto all'Europa

-

esclamava Isnard - che

10 milioni di francesi, armati di spada, di ragione, di eloquenza,

quando sono provocati, basteranno a trasformare la fieonomia del

mondo

e

a far tremare tutti

i

tiranni sui troni dai piedi di creta

~.

La corrente che spingeva alla guerra fu così forte che il Re

stesso finse di abbandonarvisi.

«

Ho fatto annunciare

-

egli dichiarò

all'Assemblea -

al Principe elettore di Treoiri che ogni concentramento

,

,

'

di truppe alla frontiera ' doveva cessare, altrimenti avrei considerato

lui come nemico della Francia. E se le mie parole non avranno effetto,

non

mi

rimarrà altro che proporre la guerra, una guerra cioè che un

popolo, che ha rinunciato solennemente a ogni conquista, non avrebbe