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Torino eroica

341:

almeno . nello spirito calcolatore dell'astuto Monarca. Ella dunque

avrebbe perduto quell'autorità che aveva conse rva to a forza di

astuzie e di raggiri.

S'avvi cinava intanto l'epo ca stabilita pel matrimonio, e poichè al

Prin cipe doleva di condurre la sposa sopra un trono che in fatto

era an cora occup ato dalla ma dre, decise, con un colpo di mano, di

toglierle il pot er e.

Dopo di essers i consig liato con gentiluomini a lui famigliari, Vito

torio Amedeo, narra

il

Denina, armatosi di quel coraggio che man ca

spesso ai più forti , quando si tr atta di

imporsi alla propria madre, ordinò un a

cacc ia a Ri voli, alla qu ale invitò genti–

luomini e cortigiani di provat a fede e

a lui devoti, e sotto

il

pretesto di man-

, tenere l'ordine, volle vi convenisse ro

alcuni drappelli di solda ti.

Da Ri voli diramò lettere ai Ministri

e ai Consiglieri di Stato, con le qu ali,

annunziando che da que l giorn o (16feb–

br aio 1686) assumeva le redini del Go-

verno per sonalmente, ingiungeva a tutti

Fi g. 83. _ Anna

Mari a Il' 0 1'\oaI18.

di non pr end ere deliberazioni senza

cons ult arlo. L'atto decisivo, come quello che era desideralo dai più ,

non sollevò oppo sizion e di sor ta .

Madama Reale che aveva avuto sentore della cosa, riconoscend o

vana ogni re sist enz a, fece di necessit à virtù, scrisse tosto al Duca un a

lettera affettuosa, nella quale gli significava come, approssimandosi il

giorn o del matrimonio di lui , e avendo egli ormai l'aggiunta l'età in

cui non aveva più bisogno dell'opera sua nell'amministrazione dello

Sta to..gli restituiva qu ell' au torità che, qu antunque uscito dalla mino–

rità ,

egli aveva voluto lasciare nelle sue mani deposit at a.

Tale fine ebbe la Re ggenza di Giovanna Ba tti sta, non funestata

come la pr ecedente da guerre domestiche e civili, ma governata, par–

ti co~armente

negli ultimi anni, con estrema debolezza e sommo pr e–

giudizio del decoro e della indipendenza della Corona.

Da qu el giorno le relazioni fra madre e fi glio divenn ero alquanto

fredd e; ma , ad onor del vero, convien dire che Madama Reale con–

servò per sè il suo mal contento, nè mai si immi schiò negli affari di

Stato; mostrandosi sempre affettuosa e cordiale ver so la nuora, che

veniva a prend ere

il

suo posto .