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Capitolo VI.

Il residente di Savoia scriveva a Torino che

«

dopo la liberazione

·di Vienna' non

.si '

era mai vista un'allegrezza simile

» ,

Come si diffuse pel Piemonte la notizia della deliberazione del

Duca, i

III

mensa fu l'esultanza del popolo: il clero offrì spontanea–

mente al Sovrano gli ori e gli argenti delle chiese per provv edere

alle ur genti necessit à della guer ra, e l' entusiasmo patriottico giunse

a tal seg no che si dov ettero toglier e le armi a qu anti non erano

soldati per tema che non si facesse un nuovo

Vespro Siciliano. '

Le milizi e chiamate alle armi occuparono tosto la collina e i

luoghi dominanti la Città (fig. 86); quindi,

il

3 di giugno, secondo le

norme dipl omati che cons ue te, si intimava guerra alla Francia, nel

tempo s tess o che i diplomatici piemontesi si mett evano in cammino

verso L'Aia e Vienna

perch è

si accogliesse nella

lega ,

dett a

d'Attgusta,

anche lo sta to Sabaudo.

Frattanto 8000 fanti e 2000 cavalli spagnoli ra ggiun gevano le rive

della Dora, mentre il Principe Eugenio , precedendo le truppe impe–

riali , accorreva a Torin o pr esso il Cugino.

Ini ziat e le ostilità, il Mar esciallo Catinat, con tutte le sue schiere,

parve gettars i sulla capita le, dove l'Ambasciatore francese Reben ac

macchi nava, con alcun i cong iurati, di appiccar e il foco in diversi

qu artieri per impadron irsi di sorpresa della Citt adella; ma la trama

fu scoperta, e lui stesso arrestato e condott o prigione ad Ivrea; la

qual cosa fece sì che a Parigi si traessero in arresto quanti Pi e–

montesi vi si tr ovavano, compresi i Ministri:

Il Catina t aveva ricevuto l'ordine di condurre la guer ra con estrema

ferocia:

di struggere; di struggere

e

ben distruggere;

onde incredibili

furono le vitti me, le devast azioni e le rovine.

«Se

le furie infernali

- scrive il Botta -

fossero uscit e dagli abissi colle fiaccole ad incen–

di are il Pi emonte, non vi avrebbero fatto più guasto che

i

soldati di

Cati nat vi facevano . Fumavano incenerit e le terre raccolte, . fumavano

·i casolar i spa rsi, la v iolenza si mescolava coll'i nsu lto, la libidine con

la rapina,

e

chi n on era presso ad obbedire pagava la renit enza col

sangue

» .

Vittori o Amedeo avrebb e voluto subito assaltare vigorosa–

ment e il nemico, ma il Pr incipe Eugenio e forse più di lui

il

Louvigny,

cui premeva di tener lontani i Fran cesi dalla Lombardia, cons igliavano

di temporeggiare e stancare il nemico con abili mosse, non

volendo

an cora commettere alle sorti di una battaglia la fortuna

dell'impresa,

I Fran cesi intanto avevano stre tto d'assedio Cavour, che, per

essere debolmente munita, fu presa dopo breve assalto, e gli abi–

tanti, passati tutti a fil di spada senza riguardo' nè a età, nè a sesso.