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Capitolo VI.

rinforzi erano giunti di Francia al Catinat, perchè potesse difendere

la piazza. Che

fare~

Conveniva rinunziare all'assedio e affrontare

il

nemico in una battaglia decisiva.

Si scontrarono i due eserciti alle Cascine della Marsaglia il 4 ot–

tobre del 1693: aspra fu e sanguinosa la pugna; ma gli Alleati ebbero

la peggio. Perderono costoro circa diecimila soldati, trenta bandiere

e buona parte dell'artiglieria, mentre i Francesi non ebbero che

duemila uomini messi fuori di combattimento (1).

Dopo questa sconfitta Vittorio Amedeo fu costretto a riaprire le

trattative di pace. Nel tempo che queste si svolgevano, volle

il

Duca

sperimentare quali fossero le disposizioni d'animo degli Alleati a suo

riguardo e chiese alla Spagna

il

governo della Lombardia, obbligan–

dosi a difendere i possedimenti spagnoli d'Italia e offrendo per ga–

ranzia la città di Nizza, Monmeliano e la Cittadella di Torino.

La Spagna, seguendo le sue antiche consuetudini di pretender molto

e

poco concedere ai suoi Alleati, non accolse la domanda del Duca.

Mentre duravano le trattative tra la Francia e il Piemonte, gli

oImperiali, comandati dal Principe Eugenio; ponevano l'assedio a

Casale. Questo fatto veniva in mal punto a rendere più scabrosa ed

incerta la situazione politica del Piemonte: prender parte all'im presa

non si poteva senza compromettere gli accordi con la Francia; disin–

teressarsene del tutto era lo stesso che destar sospetti e diffidenze

negli Alleati. Se Casale fosse stata espugnata, senza

il

suo concorso,

la Spagna avrebbe tenuto indubbiamente per sè quella fortezza.

Per ciò Vittorio Amedeo pensò di agire con somma prudenza.

Pattuì segretamente col oConte Crenau, governatore di Casale, che

non appena gli assedianti si fossero avvicinati alle mura e avessero

messo in posizione le loro artiglierie, egli uscirebbe a parlamentare

e cederebbe la piazza ottenendo gli onori di guerra; ma non sgom–

brerebbe la città, se non dopo rase le fortificazioni. E così avvenne,

senza che ne fosse trapelata alcuna notizia.

Casale fu smantellata e restituita al Duca di Mantova. Vittorio

Amedeo fece coniare una medaglia nella quale sul dritto v'è il genio

della vittoria, che porge all'Italia mesta e seduta sulla sua cornucopia

la riconquistata cittadella. Nello sfondo il sole

rannuvolato

di Luigi XIV

sta per tramontare. La leggenda dice:

Carpimus occiduo speratam sole quietem.

(1) Il 5 ottobre 1913 fu inaugurato un monumento sul luogo ove avvenne la

battaglia.