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Capitolo V.

Fra il 1632 e

il

1674 ben otto volte vennero pubblicati bandi

contro gli

zingari,.

ma la frequente rinnovazion e dei divieti dimostra

l'impotenza del

~overno

e la persistenza del male.

Venne altresì proibita la questua. Carlo Emanuele I av eva desti–

nato ai mendichi l'o spedale di S. Lazzaro fuori delle mura; ma il

pi etoso provvedimento non fu eseguito a cagione del flagello ch e

colpì la citt à nel 1630. Dici annove anni più tardi il generoso disegno

venne ripreso dalla Compagnia di S. P aolo, che, col concors o di

Madama Real e, dei Princi pi e di tutta la cittadinanza, ap erse .un

Ospizio in Borgo Po e vi accolse quanti mendi canti potè.

Allora il Govern o l'innovò i decr eti che vietavano di mendicare;

ma il divi eto non ottenne neppure questa volta

il

desider ato effetto :

gli accattoni cresceva no ogni giorn o di più e al nuovi si aggiunge–

vano i vecchi, cos tre tt i ad abbandonare

il

loro ricovero, quando

vennero a man care le oblazioni ne cessarie alla sua esiste nza.

Nella prima metà del sec olo

XVII

il Governo, impensierito dalla

frequenza dei du elli, volle porre un freno alla barbara cos tumanza.

I~

la ragione del divi eto era gius ta : la boria spag noles ca e la vanità

fran cese avevano fatto sc uola a nche in Pi emonte, do ve, segnatamente

nella classe a ristocra tica, ogni

più

lieve offesa dov eva esser lavata

col sangue. Si commina ro no per ciò ai rei di duello le più gravi pene:

la per dita degli s tipe ndi, delle pen si oni , delle onorificenz e e perfino

la relegazion e per d ieci an ni in una for tezza , Chi uccidesse l'avver–

sa rio in du ello, doveva esser . conda nna to all'est remo supplizio e alla

confisca dei beni.

'l'ali di sposizi oni esorb itan ti, per quanto confermate e ribadite più

volt e, ebbero la , stessa efficac ia che avevano avuto quelle contro la

questua. Basta il dire che pochi giorn i prima che fosse pubblicato

l'ultimo inutile bando con tro i duellanti,

il

cavaliere Scaglia dei

Conti di Verrua, uccid eva in' duello, in piazza San Carlo (27 feb–

braio 1662) (fig. 69), Francesco Gerolamo Ternengo, Conte di Mussano;

e si poneva in salvo con la fuga.

Carlo Emanuele II cercò di frenare

il

violento costume, istituendo

un Con siglio cavalle resco, quasi un giurì d'onore ch e giudicasse delle

contese fra gentiluomini ; 'ma an che questo tentativo valse a poco,

e ufficiali e nobili conti nu arono a batter si per la più 'fu tile delle

ra gioni.

Vari e e mutevoli furono anche le disposizioni relative alla pub–

blica igiene, assai trascurata in Piemonte fino alla fine del sec.

XVIII,

come pressoch é in tutte le regioni d'Italia.