Table of Contents Table of Contents
Previous Page  16 / 300 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 16 / 300 Next Page
Page Background

304

Capitolo V.

che possedeva, e che il diritto di esenzione delle imposte si riferiva

soltanto ai beni costituenti

il

patrimonio ecclesiastico.

Confortato da questo responso

il

Duca si rivolse al Senato perchè

ne ordinasse l'attuazione, ma sorsero a protestare il Nunzio e Roma

che minacciò di scomunica tutti i Senatori e gli altri ufficiali che

partecipa ssero a quelle novità.

La morte del Principe e le fortunose vicende della guerra civile

sopirono pel momento la que stione, che era stata rime ssa nelle mani

di Francia (1636), ma terminata la guerra,

il

Presidente Morozzo ri–

pr ese a trattare il grave problema, sostenendo la tesi che le immu–

nità del Clero non erano di diritto divino ma umano, e totalmente

di ragione positiva, donde deduceva che non a Roma, o ai Vescovi,

o al Clero compet eva stabilirne i limiti, ma al Principe e ai Tribu–

nali ordinari. Maria Cristina, per non urtare di soverchio la Santa

Sede, mandò a Roma il Conte Reghino Roero , affinchè notificasse che .

nel biennio in corso e nel pas sato

«

non meno del quarto del registro,

col mezzo di contratti finti e paliati, era stato trasportato nelle chiese e

in persone ecclesiastiche; onde v'era da temere che il popolo si conci–

tasse a ri soluzioni scanda lose contro gli ecclesias tici e

i

loro beni

».

Le dichiarazioni e le ri chiest e del Reghino trovarono la S. Sede

incrollabile nelle sue pretese, sicchè nes sun accordo fu possibile. Dal

canto suo Madama Reale cercò di resistere nell'interesse dello Stato,

e ai 25 di aprile del 1643 emanò un editto che vietava alle autorità

comunali di modific are il Registro.

Di che si offese il Nunzio Cecchinelli e giunse al punto di pro–

porre al- Papa che lanciasse l'interd etto cont ro gli 'Stati Sabaudi, '

mentre si rivolgeva all'Arcivescovo di Torino perchè inducesse i

confessori a negare l'a ssoluzione a coLoro che in qual che modo par–

tecipassero all'esecuzione dell'editto creduto lesivo dei diritti e degli

int eressi della Chiesa.

Mari a Cristina non piegò qu esta volta alle inique pretese, e mentre

mandava a Roma nuovi Ambasciatori, invocava l'aiuto della Francia

e sollecitava

il

parere dei giuristi della Sorbona ; dal canto suo il

Sena to, esecutore degli ordini sovrani, ordinava

il

sequestro dei beni

ecclesia stici, gravati dal1e impo ste non pagate.

Roma lanciò l'interdetto ; ma in Piemonte si mantenne la rigorosa

osservanza del seques tro : l'esempio di Venezia aveva fatto scuola.

La Congregazione delle immunità allora scr isse ai Vescovi subal–

pini , invitandoli a reprimere gli abusi ed impedire le frodi, a non

permettere si imponessero sui beni ecclesiastici tasse più del giusto,