

Maria Cristina e Carlo Emanuele II
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di Nizza , ma anche quelle che ne , toccassero i porti o ne lambissero
la marina. Trattandosi di piccola somma non era nemmeno stanziata
in bilancio e si devolveva a profitto dei bisogni locali.
Maggiore importanza aveva
l'insinuazione,
ossia la registrazione
degli atti notarili, che dal
1647
cominciò ad esse re regolata con norme
speciali e con una spec iale tariffa secondo l'importanza degli att i stessi.
La
cinquantesima
del ra ccolto dei grani, istituita da Emanuele
Filib erto per l'approvvigionamento straordinario delle fort ezze; con–
tinuò sott o i suoi successori e di venne un 'imposta stabile, che andò
a profitto delle oper e pie e di carità .
A
que ste imposte ' son da aggiungere qu elle del
focaggio
e della
macina
che spesso si trovano esatte contempora neamente, mentre
sembrava che l'una do vesse esc lude re l'altra. Infin e continuarono
l'uso degli antichi monopoli sulle
polveri,
sul
piombo da caccia,
sulle
carte
e
tarocchi,
sul
sapone,
sugli
stracci
e
l'acqua vite.
Fra i gravami di più recente imposizion e ricord eremo qu ello sul–
l'osso di balena
(1664,),
sul
ghiaccio
e sulla
neve,
ass un to per la città di
Torino dall'amministrazione del patrimonio du cale nel
1653,
e qu ello
del
lotto
e
del
tabacco.
Sott o il regno di Carlo Emanuele I facevasi già
il
lotto delle
mer ci, dell'oro e
dell'argento:
ma in
progresso
di tempo , ad imita–
zione di quanto si costumava a Genova, si introdusse il gioco del
lotto anche in Piemonte. Un tal Chiapisson e chiese e otten ne licenza.
di islituirlo, facendo
4
estra zioni all'anno sotto il pretest o specioso
di distribuire una dote di
100
lir e a
5
povere zitelle
(12
settembre
1674).
Il
tabacco, detto anche
Nicotiana,
o
Erba della Regina,
era
rite–
nuto in sulle prime come un farm aco potenti ssimo, e si vendeva
. per ciò. dagli speziali.
Il
monopolio del tabacco fu ass un to, nel
1647,
dai Conti Fabroni di Firenze, cui si assegnò il qu arto del prov ento
in piena proprietà. - Nel
1663
un tàl e appalto fruttava allo Stato
11.832
lire , ma dodici anni dopo raggiun geva la r ispettabile cifra
di
39.000
lire.
Non possiamo chiudere questi fuggevoli cenni sulle impost e senza
ricordare
il
sussidio militare,
che fu dapprima un'imposta provvisori a,
eppoi divenne stabile e definitiva. Fu istituita per provvedere a quelle
necessità di ordine militare, per cu i non bastavano le entrate ordì–
narie, e doveva durare un anno 'solo. Fu resa invece perp etua, e la
Somma che se ne ritraeva venne assegnata ai Comuni. I
donativi ,
che spesso si esigevano per cagi one di matrimonio, e le impo sizioni
improvvise per
sussistenze, alloggi, casermaggio,
venivano comprese