

lIIaria Cristina e Carlo Emanu ele TI
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Il contegno arrogante e sconvenient e del Nunzio spiaceva al
Duca; ma quando quegli osò opporsi al Vescovo di Scalea, Onofrio
Dal Verme, invitato a Torino, Vittorio Amedeo ar se di sdegno e lo
fece richiamare a Roma. Il Duca aveva voluto che il Dal Verme
venisse a Torino per averne spiegazioni intorno al testamento del
fratello Filiberto, Vicerè di Sicilia, testam ento , che per esse re tutto
a favore degli Spagnoli, si aveva ragione di credere car pito o con
violenza o con frod e ed inganno.
L'intrigante prelato, sia per favorire gli Spagnoli, sia per ragioni
personali, messosi d'accordo col comm. Pa sero ta nto brigò, finchè
il
Dal Verme venne richiamato. Si oppose
il
Principe a questo atto di
prepotenza, nè si arrese agli uffici del nuovo Nunzio, mon signor
Caffarelli, neppure quando il Papa, per aver ragione dello st rano
conflitto, scomunicò il Dal Verme. Ordinò il Duca a un frat e di
assolvere
il
Vescovo inno cente dal vin colo della scomunica, e quando
venne a morte, volle si celebrassero in suffrag io dell'anima sua
esequie solenni.
Sorgente di continui litigi erano le immunità reali del clero, il
quale pretendeva che non più i soli beni degli antichi conventi e
delle chiese, ma tutti i beni a qualunque titolo posseduti, e non solo
dai preti, ma da chiunque ne vesti sse l'abito e avesse gli ordini
minori, fossero esenti da impo st e. E la cosa app ar iva tanto più grave
ed ingiu sta, in quantochè molti per sottrarre i beni propri alle im–
poste, con
finte
alienazioni e cessioni agli eccles ias tici, o col vestir
da preti i figli cadetti, intitolando loro i beni
allodia li,
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1'0
vavano il
modo di eluder la legge, che si rifaceva sugli altri proprietari , poichè
il fisco pretendeva riscuotere da ogni Comune la somma pattuita.
. Di qui le recriminazioni di coloro che dovevano pagare per gli
altri, le difficoltà che incontrava il fisco nel riscuot ere, e la impossi–
bilità di crescere gli aggravi, quando lo Stato si fosse trovato nella
necessità di doverlo fare.
Aveva proposto Vittorio Amedeo I un equo temperamento a par–
tire dal 1562, anno nel quale era stato istituito il
Tasso
e il
Registro.
Propose che tutti i patrimoni costitu iti agli ecclesias tici, purchè
questi fossero investiti del suddiaconato e addetti a una chiesa, andas–
sero immuni da ogni altra imposta all'infuori di qu ella del
Tasso.
Una
tale proposta, che pur costituiva un privilegio vero e proprio a favor e
degli ecclesiastici, non venne da costoro accolta, e allora fu necessità
sottoporre la questione alla
Camera dei Conti.
Sentenziò qu esto con–
sesso che il Clero era tenuto ai carich i ordinari per i beni famili ari