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Maria Cristi na e Carlo Emanuele Il

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ebbe vita assai breve,

perchè

nell e memorie del tempo e in quell e

posteriori non se ne fa più menz ione alcuna.

Alle misere condizioni dell'agri coltura e delle industrie risponde–

vano naturalmente qu elle del commercio. Indice sicuro di qu esta

decadenza sono le cifre che hanno sempre un valore dimostrativo

che supera quello delle parole e dei disco rsi.

Le merci di transito fra Lion e, Genova e Milano, che nel 1584

fruttavano allo Stato 64.000 scudi in oro, non ne resero l'anno 1623

che 17.000; poi questa sorge nte si ess iccò del tu tto durante il periodo

della gue rra. Riprese il transito al rifìorir della pace, e l'ultimo ann o

di regno di Carlo Emanuele II l'aggiun se il reddito di 11.500 seudi,

cifra ben lontana da quella di un tempo.

È

vero che nuove vie com–

merciali erano state aperte: qu ella di Collonges pel Ciablese al

Sempione; qu ella del Gran S. Bernardo per la Valle d'Aost a ; qu ella

da Finale

a

Milano per Vercelli; ma di quest e solta nto la prima ebbe

una qual che importanza.

Unico accesso dal Medit erran eo al Pi emonte era il porto di Nizza

cu i le Alpi marittime difendevano dai peri coli. Per accrescerne l'im–

portanza nulla fu tralasciato da Vittorio Amedeo I, dall a Reggent e

e da Carlo Emanuele II. Si concesse ro privilegi a chi venisse ad abi–

tarvi o

il

negoziare; ampi e libertà fur ono largite agli Eb rei; si dimi–

nuirono i dazi ; fu concessa ai consoli est eri la giurisdizione sopra i

rispettivi sudditi ; venne istituita una compagnia di banchieri e di nego–

zianti, costruita una darsena e uno sba rca to io, promossa una Società

di assi curazioni marittime, stab ilita una fiera che durava ott o giorni.

Volse il Duca le sue cur e ad accrescere i mezzi di comunicazione

tra paese e paese, e furono aperte nuove strade e riattate e rettifi- .

cate le antiche, promossa la navigazione sul Po e isti tuit e fiere ad

Asti e a Cari gnano.

14.

-

Dopo la mort e di Carlo Emanuele I le lett ere e la coltura

lan guirono in Piemonte, nè la protezion e che Madama Reale accord ò

agli artisti e ai letterati valse a ravvivare .Ia passione degli studi e

la produzione delle opere d'arte.

Non mancarono tuttavia uomini notevoli, che serbarono la tr ad i–

zione delle buone lettere e delle discipline storiche.

È

debito nostro

far menzione di Monsignor Francesco Agostino Della Chiesa ,

il

quale ,

nella

Descrizio-ne del Piemonte

ancora inedita, e nelle ope re a stampa,

dal titolo:

Discorsi delle famiglie nobili del Pi emonte

e

Cronaca Reale

di Savoia,

recò un buon contributo agli studi di

Storia Patria.