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Capitolo ·V.
maestro, perchè pot esse provv edersi di due ripetitori e di una per- :
sona di servizio.
Alcuni anni più tardi (1653) il Comune, che pure aveva le sue scuole
e continuava a nominarvi i suoi maestri, ne offri la direzione ai
Somaschi ; ma non rimase troppo soddisfatto dell'opera loro, specie
perchè si ostinarono a tener le scuole in luogo incomodo a una
gran parte della cittadinanza, e
il
Municipio dovè togliersi il nuovo
peso di un 'altra scuola istituita in località più cent rale, affidandola
a
D,
Gabriele Piozzo, maestro sperimentato.
Il collegio tenuto invece dai padri Gesuiti continua va a prospe–
rare, onde nel 1674, non aven do locali sufficienti, ricorrevano al Duca
per tramite del Comune per ottene re
il
sito necessario- all' ampli a–
mento di qu elle scuole o un donativo annuo di 200 ducatoni (1 ).
Quanto all 'Univer sità dal rotolo degli stipendi si può dedurre che
non vi era alcuna celebrità, tuttavia si possono citare i nomi del
senatore Nomis, del Rochi canonista, del Pasta, del Vercellone , del
Pa ssad ero, del Blan cardi e d'altri (2).
15. -
«
Corre voce - scriveva un ambasciatore fiorentino _.:- che
«
Torin o faccia 40 mila anime, ma il vero sta, che a ppena ar rivano
«
a
:.la
mila , perchè a proporz ione vi sono molti ssime carr ozze
«
e genti in livrea , e
pi ù
san quelle di ogni genere tra le pr o–
«
vincie civili, che vi frequ entano la Cort e, che gli altri che se ne
«
ast engano, pare per ciò dett a Cort e più splendida e la città più
«
ripi ena ».
Il Po a levante e Porta Nuova a Sud, rifatta
iri
marmo, segna–
vano il confi ne della nuo va Città circondata da forti bastioni (fig. 71 ).
Sott o Maria Cristina e Carlo .Emanuele Il , Torino crebbe di
este ns ione e d i abitanti e si abbe llì di edifizi e di pubblici monu–
menti. E se nel 1580 il De Montaigne , visitandola, la diceva
«
piccola
non bene ed·i{icata, n è piacevole
», poteva essere dal De Bro sses, più
tardi , encomiata come
«
assai bella per la dirittura delle sue vie, la
regolarità de' suoi fabbricati e bellezza delle sue ·p iazze
»,
(1) Il du catone va leva allora circa lire 13,26,
(2) I locali era no tenuti cosi male che spesso si ri nveni vano, come rìferlsce
il
sindaco Nicolis, immo ndi zie indecenti; egli lamentava che la neve nel li quefa rsi .
pene trasse nell e aule e per gli anditi e per le scale che vi davano acce sso, e che
qu ell 'acqu a congela ndosi, cagionasse per icolo di sd rucciola re ai poverì ' profes–
sori; onde
il
Cons iglio pensava provveder vi con la nomina di un
bidello,
che
con la r esiden za perman ente avesse ad invigilare.