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Capitolo VlII .
Madama Reale, infine (27 marzo 1638) prescriveva con deficienza
di sintass i, ma con abbondanza di tratti di corda, che
sia la mala
inclinatione degli
Iiuomini,
o
la mescolanza delle persone mal dis ci–
plinate o la turbol enza dei tempi,
si
sentono ora più' che delitti, homi–
cidi, furti et insolenze, massime di notte tempo, che ormai non
si
può
più andar sicuri per la città.
I provv edimenti di un tentati vo di illuminazione pubblica risal–
gono al 31 dicembre 1675, quando la Congr egazione civica ebbe comu–
nicato l'ordine della seconda Madama Beal e Reggent e,
che
si
doves–
sero tener lanterne accese di notte ad effetto che
si
potesse camminare
per la citt à.
Quindi ai pochi lampioni stabili presso le Porte, alla
Torre del Comune e nelle piazz e Cast ello e Du cale (San Carlo ), si
aggiun sero nei crocevia, gabbie di tela incerata sosp ese a lun ghe
antenne prima, a bracci di fer ro dopo (1691), e vi si cominc iò a bru–
cia re sevo in un piattello, eppoi olio puzzol ente e fumo so.
La pubblica illuminazione, che nel volger di tempi fortunosi, fu
per lun ghi anni trascurata, venne disciplinata con provvedimenti del
18 e del 30 marzo 1782 da Vittorio Amedeo III , che cominciò a stabilire
un dazio spec iale per far front e alle spese, ordinando - senza però
esse re stato completamente obb edito - che la dotazione normale
fosse di 893 lanternoni, di cui 610 a quattro, 198 a tr e e 85 a du e
fiamme, parte a sevo, parte ad olio.
E per l'accensione serale e la pulitura diurna, il Vicario officiò
l'Università dei Scarpinelli, ovverosiano Zavattini,
ad adibirvi gli
«
im–
prendizzi
» ;
ma i sett an ladue ciaba tt ini
piazzati,
convenuti nei chios tri
di S. Tommaso, rispo sero (2 agosto 1782 e 10 settembre 1783) decli–
nando l'oltremodo lusinghi era offerta
p er trattarsi di lavoro a cui
non stimavano atti li loro garzoni... e di cosa diversa dalla carriera
di zavattino.
In quell'epo ca (1785) un diplomatico Malaspina, qui di pa ssaggio,
scr isse :
l 'illuminazione di Torino
è
la più' sp lendi da, la più' bella
che
si
p ossa mai vedere. Continua tutto l'anno anche a luna piena e
con un secreio di cui formano
i
lucignoli e risplendente al sommo e
cons uma pochissimo olio.
Il
«
segreto
»
cons isteva in uno stoppino inventato da certo capi–
tano Ruffino (1783), che produceva un a luce viva se nza dar fumo,
e parve così mirabil e qu ella invenzione che il Re ordinò si faces se
cus todire nell'archivi o della Città entro un plico suggella to
il
prezioso
campione, e volle che al capitano si desse la direzione dell 'illumi–
nazion e della Citt à col pri vilegio di far commercio dell 'invenzione