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La vita e

il

costume torinese su l cadere del secolo

'XVIII

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tanza degli uffici educativi, anche per ciò che si attiene alla disci–

plina civile, volle posti quegli istituti scolas tici sotto la sua dir etta

dipendenza.

Il Governo nominava gli ins egnanti tra coloro che ne avevano

legale abilitazione e imponeva ad essi

il

metodo didattico che dove–

vano seguire.

Lo studio della lingua latina era il fondam ento della Scuola

media, alla quale i fan ciulli erano preparati nelle scuol e del primo

grado o da privati docenti , che insegnavano, senza bisogno di alcun

diploma, che faces se fede della loro capacità, gli elementi del sa pere,

cioè a legger e e scrivere. Era vietato a costoro di superare i limiti

di quell'insegnamento rudimentale, e non potevano nemmeno esten–

derlo alle prim e nozioni della grammatica latina.

La Scuola media durava sei anni, e dal latino infuori assai poco vi

si apprendeva di letteratura italiana e di storia, ristretta questa dentro

i limiti dell'evo antico e alle vicend e sommarie di Grecia e di Roma.

Nelle terre più popolose, specie se erano distanti dall e città, era

consentito dallo Stato che vi si aprissero, ove non facessero difetto

i .mezzi necessari a pa gare i maestri, scuole di grammatica latina, di

umanità e di rettorica, equivalenti in qualche modo a i nostri ginnasi;

nell e terre e nei pa esi più piccoli questo insegnamento era limitato

alle prime classi.

'l'ali istituti erano accessibili a tutti i cittadini a qualunque con–

dizione appartenesse ro; non a tutti però era aperto l'adito agli studi

superiori. I Magistrati della Riforma avevano l'obbligo di vigilare

affìnchè

non fossero ammessi a conseg uire i gradi accad emici coloro

che erano nati in misere condizioni. Cons iglio più gius to era quello

che troncava la via degli studi a coloro, i quali negli esa mi erano

riconosciuti inetti a percorrerli con profitto.

Gli esami, nelle scuole secondarie, erano di du e specie :

privati

e

pubblici.

I primi cons istevano in tre componimenti diversi da asse–

gnarsi in tre giorn i distinti; i secondi in pro ve verbali fatte dagli

scolari alla presenza di tutti i profe ssori.

.Notevole l'avv ertenza data dal Magistrato della Riform a agli esa–

minatori:

«

Non si disapprova che in tutt i gli esami si abbia un

moderato riguardo a coloro che per la nascita di st'inta non possono

rimandarsi alle arti vi li, o meccaniche, o per l'età non possono restare

più, lungamente nella medesima scuola» .

Assai minuziose erano le pr escrizioni regolamentari, relative al

buon governo della scolaresca così dal lato disciplinare, come da

34 - BRAGAONOLO

o

BETTAZZI,

Torino nella ' toria <leI Piemonte e ,l'Italia,

vol. II.