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532

Capitolo

VIII .

Tutto il corpo degli studenti sceglieva 12 consiglieri, ai quali era

deferita la scelta di quattro, recentemente laureati di qualsiasi facoltà,

e fra essi veniva scelto

il

Rettore che durava in carica un anno.

Sue attribuzioni eran quelle 'di verificare gli studi fatti dai giovani

per iscriverli alle singole facoltà e vigilare la condotta degli studenti

aff ìnchè

non scendessero a risse o disordini nel recinto dell'Univer–

sità, in ciò coadiuvato dai consiglieri (1 ). Le facoltà erano quattro:

Teologica, Legale, Medica, Filosofica e Matematica. Le cattedre veni–

vano conferite a vita, salvo il caso d'indegnità per gra vi colpe; i pro–

fessori erano divisi in due classi:

ordinari

e

straordinari,

ed erario

17 in tutto. Fra i più rinomati citiamo il Bertrandi nella chiru rgia,

il Gerdil nella filosofia morale, il Beccaria e il Cigna nella fisica,

l'Allioni nella botanica, ecc.

I corsi di Teologia, di Legge , di Medicina duravano cinque anni,

e i giovani ne uscivano coi gradi di baccelliere, di licenza, di laurea,

secondo che si arrestavano dopo il 2°, il 4° o il 5° anno di studi.

Le facoltà di Teolo gia, di ,Legge e di Medicina avevano ciascuna

un collegio composto di 30 dottori aggregati oltre i professori.

Il Collegio delle Arti istituito nel 1737, di egual numero di dot–

tori aggregati era diviso in tre classi: la filosofia, la matematica,

le belle lettere, e dava il titolo di mae stro a chi avesse superate le

(1) Durante tutto

il

regno di Carlo Emanuele III non si ebbe alcuna agita–

zione, ancorchè lieve, nello stato, se ne togli la gazzarra degli studenti nel 1755

pel ballo dell'orso.

«

Un Cremones e, narra il CA

RUTTI,

all evatore di bestie dan–

zanti, giunto in 'forino nel mese di no vembre, non trovava luogo dove far

mostra di un orso, di un toro e di un ca ne da lui ammaestrati; i cavalie ri diret–

tori del teatro regio chiedono per lui il cortile dell'accademia, poi quello dello

spedale di carità ; non avendo ottenuto nè l'uno nè l'altro, pervengono, non si

sa come, a carpire licenza di dar lo spettacolo nel cortile dell'università. Ne sorg e

un gra n ridere per la città con gran dispetto degli scolari, che a ragione se ne

ad ontano come di uno sfregio al venerando asilo della sapienza, e protest ano che

non saranno per toll erarlo.

II

trenta di novembre

il

Cremonese

fa costruire lo

steccato, e i giova ni minacciano;

il

domani continua il lavoro, quand' ecco gli

studenti che si era no congiura ti, ta gliano le corde con cui il legname stava legato

alla colonna dell'atrio, si precipitano sopra lo st eccato, lo abbattono, lo fanno a

pezzi, scoperchiano

il

cisterno ne posto nel mezzo del cortile e vi gettano dentro

qu el meglio che possono.

II

maestro delle bestie corre alla polizia, intervengono

commissari e sono a suo n di fischi ributtati. Cresce

il

tumulto, la via di Po è

gr emita di gente, pare un a sommossa, la scolaresca info cata non ode più ragione.

II

conte Bogino consigliò al re di non la sciar movere gente armata, e di mandare

inv ece all'università persona autorevole ad as sicurare gli studenti che il ballo

dell'orso avrebbe luogo al Valentino; andò il personaggio, diede nel real nome

la debita assicuranza; scoppiano fra gorosi appla usi, scola ri e curiosi si disperdono

grida ndo :

Vi va il re

l'.