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Capitolo VIII.
a Kolin , a Breslavia, a Moys, nell'a ssedio di Dresda , a Ege r e nella
gagliarda resist enza di Schweidniz, che susc itò l'ammirazione dello
stesso Feder ico II , il qual e lo onorò di solenn i fun erali quando morì
a Koni sgberg, suo prigioni ero di gue rr a (23 marz o 1763); il secondo,
Alessandro (fi g.
1 ~8),
ebbe parte notevole nelle battaglie di Kolin,
Holsb erg, Grtìbsche n,
Erfurt
e in alt ri fatti d'arme e specialmen te nella
guerra di success ione bavarese, durante la quale ottenn e il comando
supremo della citt à di Praga dove morì nel 1780 (30 luglio).
A questi due illustri nelle armi possiamo aggiungere Ottaviano
(171 2-1781) della s tessa fami glia , canonico a 'I'ournay, amico di Prin–
cipi inglesi e tedeschi, e segnatamente del Montesquieu , membro
delle principali Accademie d'Europa, e autore di pregiate monografie.
talune delle quali attendono di vedere ancora la luce (1). .
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Prima che la Ri voluzi one sconvolgess e nel Pi emonte l'antico
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ordine di cose, ciasc una classe aveva un vestire proprio, Quello delle
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classi nobili e ricche era assai cos tos o. Le donn e ind ossavano un
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corse tto stre tt iss imo all a vita, che allargavasi al disopra, per acco–
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gliere il seno, e al di sotto ancor di più a motivo del gua rdinfante,
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a cerchi crescenti in progr essione. La veste stes avi sopra faceva in
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giro un larghi ssimo volume, e prolungando il suo lembo di molte
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braccia, form ava strascico. Soltanto le donne nobili avevano il diritto
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di fars i reggere la vest e da uno o più se rvi, secondo i quarti di
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nobiltà posseduta. Le ricche borghesi raccogl ievano la coda della
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veste sul braccio sinist ro o la sospendevano ad un elegante gancio
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dal lato sinistro della cintura, o la strasc ina vano per terra. Le vesti
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era no di stoffa di seta, di velluto, di raso, di broccato d'oro e d'ar–
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gento. Due ordini finissimi di merletti , disposti a festoni, le guerni–
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vano a l basso. Le mani che non oltrepassavano il gomito, e da esse
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uscivano i mani chini di merl etti. Ben chè la moda si regola sse
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secondo le norme che venivano di Francia , non abbiamo trovato
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alcun indizio che nel Piemonte si fosse introdotto quel
negligé,
che
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nelle donne fra nces i del tempo della Reggenza indicava voluttà
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provocatrice .
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L'acconciatura del cap o ri chiedeva la mano d'un espe rto parruc–
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chiere, ed abb isognavano tr e o quattro ore per distendere, arricciare,
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incresp ar e, mantecar e, lisciare, incipriare i cape lli, e ornarli di na stri
(1) Sa ppia mo che
il
nostr o am ico e collega prof. L. C. Bollea , che ci ha favorito
queste notizi e e le due vignette, a tt end e a ri vendicare dall' oscurità qu esti tre
illust ri piemontesi con una pubblicazion e in cors o di ela bora zione .