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Capitolo VIII .

scarpe di marocchino non valevano più di 6 lire; un paio di scat pe

comuni, se di cuoio for esti ero, val evano 4 lire e 12 soldi; se di cuoio

nostrano, solt anto 4 lir e.

Mi chele Montai gne nel suo

«

Viaggio in Italia nell'anno

1580

»

scriveva di Torino

«

È

un à-piccola

città, in un sito molto acquoso,

non molto bene edificata, nè piacevole, con questo che corre per mezzo

delle vie

tm

fiumi cello per netiarla dalle lordure

» .

8essantat rè anni dopo

il

pr esid ente De Brosses così ne parlava:

«

Mi sembra un'assai bella città, non solo dell'Italia, ma d'Europa,

per la di ritt-ura delle sue vie, por la 1'egolarità de' suoi fabbricati e

per la bellezza delle sue p iazze.

È

vero che non vi si trova ,

o

almeno

vi si incontra di rado , quel gusto architettonico che regna in alcuni

luoghi delle altre città : ma neppure

si

ha il çlisgusto di vedere

Clf,SU–

pole a costa dei pa lazzi . Qui nulla

è

bellissimo, ma tutto egua le,

il

che

forma

tm

insieme pi ccolo in verit à, chè la città

è

piccola ma piacevole.

Nel 1776

il

Conte Battista Biffi ad un ami co scr iveva :

Ieri appena

[Jiunti andammo a vedere Torino che

è

una città singolare. Niunaltra

'Qe n'ha in Italia e in Europa forse di simile fatta: strade spo:ziosis–

sime, palazzi a cinque e a sei piani, che spirano maestà, e benché l'ar–

chitettura che li adorna sia borromineeca. ciò nulladimeno prese le

cose in complesso, fanno un colpo d'occhjo ammirabile. Tutti

i

quartieri

della città fanno prospettiva, l'uno

è

più, bello dell'altro ; pare di sp a–

eiare in un paese incantato, e creato dalle fate.

S i figuri le scene del Burnacini, e forse s'immaginerà ancora imper–

fettamente 'l'orino. La p iazza S. Car lo e quella del Principe Carignano

fanno inar care le ciglia. Ma la p iazza [Jrande anteriore alla Corte

sorprende. Un'immensa Reggia di front e, con dinanzi una specie di

lO[Jgia scoperta. Di fianco al palazzo, l'alloggio del Principe del Pie–

monte, che il

Cast ello

vien detto,

è

un palazzo dei più magnifici, forse

il

più nobile edi fizio di Filippo Juoara. Atri, scale, loggie, [Jim'dini , piazze

dinanzi e di dietro circondate da maestosi portici, fanno sorpresa

an che' a chi ha vedu to le moli di Venezia ed

i

miracoli di Firenze e

di Genova. I baluardi sono

i

più

amen i passeggi escogitabil i. Altissimi

tigli bordeggiano a due ranghi lo spazioso cammino,

il

cui suolo pare

un levigato terso. Intrecciano le felici piante le antiche braccia l'una

coll'a ltra nel mezzo ed attraverso la via, sicchè Ella crede passeggiare

sotto un pergolato. Se

mi

fossi sentito meglio, e di più buon ttmore, vi

avrei rimar caio cento e cen to belle marionette franc esi

o

alla franc ese,

che là pa sseggiavano coi loro zerbini; parte in uniforme, e parte in trine

e ri cami

» ,

t