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Capitolo V.
e ai tornei che si eseguirebb ero. Secondo
il
solit o ' poi si ordinava
ai cittadini di accend ere luminarie a tutte
101'
finestre durante tr e
sere consec utive. Tutte qu este dimo st razioni erano però tratti di
rigoroso dovere più che di spontanea cortes ia ; epperciò 'occorrevano
altr i segni più tangibili della devozione municipale vers o la fami glia •
Ducale. Infatti il 7 aprile (1620) il Duca propo se ai Sindaci di fare la
Porta Nuova
per l'ingresso degli Sposi
«
e
se non si poteva di mar–
more, a lmeno di pietra negra, et se non si poteva di pietra negra,
a lmeno di mattoni
» .
Richiese inoltre che la citt à facesse gli ar chi trionfali, non supe–
rando la spes a di 2 mil a du catoni, e il Consiglio approvò ogni cosa,
però ra ccomandandosi al Principe, perchè aiutasse la Città a trovare
il denaro occorrent e, poichè le finanz e cittadine erano in condi–
zioni poco buone.
Proprio di quei giorn i faceva ingr esso a Torino il nuovo ' Arcive–
scovo Filiberto Milliet (30 giugno 1619), onde la Città lo regalava
d'un bacile d'argento coll'annesso bocale, secondo l'u so.
Altre spese s'imporievano a Torino per l'elezione' di Ferdinando II
ad Imperatore, pel viaggio del Duca che andava a incontrare la
nuora e dei Cons iglieri che lo dovevano accompagnare nel viaggio, ,
e per la quota che la Città doveva sbors are sui 200 mila scudi fissati
pel Piemonte in ono l'e degli Sposi.
, Ma non nella so la circos tan za del matrimonio volle il Municipio tori–
nese testimoniare il suo ossequio alla P rincipessa Cris tina, poichè in
ogni avvenimento della Cort e concorse a fest eggiare la du cale fami glia.
Pe r ciò durante la Reggenza si' pot eva spera re che la Duchessa
si mostrasse col Municipio torinese meno imperiosa ed esigente
di quanto non fu. ' Invece dagli "
Ordinati della Oittà
" pare che,
mal consigliata dal Piscina, dall'Ardoino, dal Valperga , dal Presid ent e
Morozzo, si comp iacesse di tratto in tratto di far sentire il peso dei
suoi capricci, non tr attenendosi dal violare le antiche fran chigie; con
tutto ciò l'Amministrazione comunale seppe virilmente tenerle testa
in più d'una circostanza e averne qualche volta ragione.
Sennonchè avendo forse fatto viso troppo beni gno al Principe
Tomaso ,quando ' entrò vitt orioso in Torino, la Reggente pr etese a
sua volt a che gli Amministratori del Comune le chiedessero scus a
in ginocchio per lo sfreg io che ella riteneva fatt o alla sua autorità.
Tornati i Francesi, non è a dir e se non la fecero da padroni, pre- ,
tendendo da l Municipio case per alloggio degli ufficiali e dei soldati
e i vsttovagliamen ti relativi.