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Capitolo V.

figlie monache, Francesca e Orsola, onde, specie negli affreschi, riuscì

spesso fiacco e scolorito.

Menzioneremo inoltre Francesco Cairo da Varese e lsidoro Bianchi'

coi figli Pompeo e Francesco decoratori, che, discesi da Campione in

Piemonte nel 1619 lavorarono lungamente per la Corte di

o

Savoia.

Saggi della loro abilità si vedono ancora nel castello del Valentino.

Forte disegnatore, incisore e affreschista fu

il

Boetto di Fossano

e più di lui Giovanni Antonio Molineri di Savigliano, detto

il

Car–

raccino (1575, oltre il 1642) che nel palazzo Taffini di quella città,

lasciò numerosi affreschi riguardanti le imprese militari di Vittorio

Amedeo I (V. fig. a pago 189, 191).

o

Imitatore del Guercino appare Bartolomeo Caravoglia di Crescen–

tino, che, nonostante una certa languidezza di movenze e di colorito,

piace per l'armonia che passa tra l'invenzione e il colorito e per la

rispondenza fra l'architettura e le sue tele decorative, Torino ne am-

o

mira l'eccellente dipinto sull'altar maggiore della chiesa del

Corpus

Domini.

Più eclettico di lui fu il Mari di Torino (1650-1707), che con grande

facilità si faceva imitatore or, di questo, or di quello.

Carlo Emanuele II chiamò inoltre a Torino da Roma il Peruzzini,

che fu nominato pittore di Corte; protesse il

Torretta,

che ritrasse la

Duchessa in varie fogge, ora in abito di Santa Cristina,

01'

di Santa

Teresa, nel modo stesso che il Duca raffigurò solto le spoglie di

S. Giovanni o di altri Santi.

Fra i pittori stranieri alla Corte Sahauda primeggia l'olandese

Giovanni Miel

(t

1664) che alla Venaria dipinse soggetti tratti dalle

Metamorfosi di Ovidio, e molte stanze del Palazzo ducale, come si

desume dai conti della tesoreria.

Coevo di lui fu Carlo Dauphin, che i nostri chiamarono Delfino,

cui si devono molti quadri delle nostre chiese, giudicati ricchi d'im-

o

maginazione, vivaci di colorito, ma troppo manierati. I fratelli Pietro

e Lorenzo Dufour di S. Michele nella Moriana, venuti alla

o

Corte

Sabauda, ebbero molte commissioni.

Il primo dipinse per la Chiesa di S. Lorenzo la

Natività di Cristo

e un ritratto assai lodato di Carlo Emanuele II; di Lorenzo si ha

nei conti .della tesoreria una nota di vari ritratti eseguiti per conto

della Corte. E poichè entrambi erano molto esperti nell'arte della

miniatura, ritrassero la Principessa Adelaide,

il

Duca, la Duchessa di

Mantova, il Principe di Piemonte e molti altri personaggi, le cui imma–

gini erano mandate in dono ad altri Principi, o Magistrati, o Eccle-